Tecnologia e medicina: un aiuto per la gestione del diabete

Tecnologia e medicina: un aiuto per la gestione del diabete

Sanitadomani.com – NAPOLI: La tecnologia medica arriva in soccorso dei pazienti per la gestione del diabete. Una delle complicazione del diabete è la sua gestione autonoma da parte del paziente.

Le statistiche dimostrano che la metà dei soggetti diabetici non misura regolarmente i propri  livelli glicemici, per mancanza di organizzazione o semplice dimenticanza. Questo atteggiamento però può avere un impatto molto pericoloso, col rischio di incorrere in stati si ipoglicemia (baso livello di zuccheri nel sangue) o iperglicemia (eccessivo aumento di zuccheri nel sangue).

Questo è possibile grazie al monitoraggio glicemico in continuo; sfruttando la tecnologia wireless a radiofrequenze, un piccolo sensore fisico invia i dati rilevati ad un display su cui poterli visualizzare. L’argomento è stato oggetto del webinair “DIABETE, INNOVAZIONE TECNOLOGICA: RWE come importanza delle misure di valore’, organizzato da Motore Sanità grazie al contributo incondizionato di ABBOTT.

Il monitoraggio glicemico in continuo

Il dispositivo, la cui sigla è CGM, permette la rilevazione diretta e costante, per periodi oppure a tempo indeterminato, dei livelli di glicemia.  Il sensore è sottocutaneo, si inserisce con procedura ambulatoriale, e può essere rimosso dopo un periodo di tempo se non è più necessario. Nei modelli più avanzati è associato a un infusore, per l’automazione dell’infusione insulinica.

Sono dispositivi che hanno rivoluzionato la cura e la gestione del diabete, da parte sia che medici che dei pazienti stessi, prevenendo le complicanze legate a questa malattia cronica. A ciò si aggiunge la possibilità di condividere dati in remoto tramite le piattaforme Web-Based e le app collegate ai sensori, persino in tempo reale. Una modalità per raggiungere tutti coloro che effettuano terapia insulinica intensiva, e hanno bisogno di uno stringente controllo metabolico.

“Questo giunge particolarmente utile nell’attuale contesto di “emergenza” – ha dichiarato Katherine Esposito, Professore Ordinario di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo all’Università degli Studi della Campania Vanvitelli -. E’ un modo per garantire le dovute cure e la sicurezza dei pazienti e degli operatori e supportare il processo educativo. Per un utilizzo efficace di tutti i dispositivi tecnologici che oggi abbiamo a disposizione, dalle pompe di infusione ai sensori della glicemia, o ai sistemi integrati, il dialogo e la condivisione di esperienze fra noi medici e i nostri pazienti rappresenta un prerequisito essenziale nel percorso di reciproca collaborazione che ha come fine il controllo della malattia e il benessere di ogni persona con diabete”

Gestione del diabete grazie alla tecnologia

I nuovi strumenti che la tecnologia ha messo a disposizione della medicina permettono di avere dati relativi ai parametri metabolici fino ad ora impensabili. Tra questi, la determinazione del “tempo in target”, ovvero dei valori in un gruppo definito; il tempo in ipoglicemia ed in iperglicemia; il calcolo della cosiddetta “emoglobina glicosilata presunta”, sulla base del valore medio glicemico.

“Una rivoluzione copernicana della diabetologia – ha spiegato Dario Iafusco, Vice Presidente Diabete Italia e Responsabile del Centro regionale di Diabetologia Pediatrica Vanvitelli. “Questa è coincisa, fortuitamente, con il periodo di “lockdown”; allora, per opportunità e sicurezza, si consigliava ai pazienti di non andare in ospedale o presso i centri diabetologici ad eseguire i prelievi di sangue. Attraverso lo scarico dati dei sensori si potevano seguire i profili glicemici dei pazienti e consigliare gli “aggiustamenti” terapeutici quasi in tempo reale. Inoltre, l’adozione di strumenti dotati di allarmi per le ipo/iperglicemie permetteva di migliorare non solo il controllo metabolico dei pazienti ma anche la sicurezza degli stessi. Infine, molti di questi strumenti permettono di “trasmettere in diretta” le glicemie rilevate a distanza sul cellulare del paziente, delle famiglie e di eventuali “caregiver”

 

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