Hand, per la diagnosi dell’epatite C

Hand, per la diagnosi dell’epatite C

In 200mila senza diagnosi

L'obiettivo è diffondere test e prevenzione fra gli utenti dei SerD e i detenuti, anche per rispondere alle indicazioni OMS che ha posto l'obiettivo dell'eliminazione dell'epatite C entro il 2030. 

sanitadomani.com – Giunge alla V edizione il progetto HAND, acronimo di Hepatitis in Addiction Network Delivery, per sensibilizzare sulla necessità dello screening per l’epatite C, tecnicamente chiamata infezione HCV. Il progetto è rivolto alle categorie di persone maggiormente a rischio, a comincire da coloro che sono definiti PWID (People Who Inject Drugs), ovvero chi fa uso di sostanze stupefacenti.

E’ un progetto di interesse sociale, che si rivolge soprattutto agli utenti dei SerD e ai detenuti. Promosso dal provider Letscom E3, agenzia di comunicazione scientifica, con il contributo di AbbVie, azienda del settore biofarmaceutico, ha avuto un finanziamento statale di 71,5 milioni di euro.

Nelle passate edizioni HAND ha attivato oltre 60 network locali, erogando 10.000 test rapidi anti-HCV gratuitamente e formando 2.000 operatori sul tema.

Progetto HAND: 200mila persone senza diagnosi

Secondo le stime, in Italia ci sarebbero almeno 200mila persone con infezione da HCV senza alcuna diagnosi. Il che segnifica anche senza nessuna cura. Una situazione problematica che, oltre alle ripercussioni sanitarie e sociali, è in disaccordo con le linee guida dell’Oms, che ha posto l’obiettivo dell’eliminazione dell’epatite C entro il 2030. 

Epatite C: le conseguenze

L’epatite C è una malattia subdola che può cmportare conseguenze piuttosto gravi nel tempo, dalla cirrosi epatica all’epatocarcinoma, in alcuni casi obbligando al trapianto di fegato; in condizioni così gravi, può anche essere fatali. 

Da qui la promozione dell’iniziativa HAND, che ha già dato buoni risultati. “In Italia abbiamo curato più di 200mila soggetti –  spiega Massimo Andreoni, professore emerito di Malattie Infettive dell’Università di Roma Tor Vergata– il 98% dei quali sono guariti. Significa che hanno eradicato completamente l’infezione grazie ad armi fortissime. Ormai la cura dell’epatite C si fa in due o tre mesi di terapia con poche comprese al giorno”.

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