La carenza di ferro può aggravare gli scompensi cardiaci

La carenza di ferro può aggravare gli scompensi cardiaci

Fattore che incide sull’evoluzione della malattia

Sono purtroppo molti i pazienti che soffrono di scompensi cardiaci, ed oggi nuovi studi permettono di comprendere a quali fattori occorre fare attenzione per prevenire l’aggravarsi di tali patologie. In particolare, la carenza di ferro nel sangue sembra poter essere un fattore determinante nell’evoluzione della malattia.

Sanitadomani.com – Milano. Conoscere i fattori che possono aggravare una malattia, aumentando il rischio di mortalità, è fondamentale per poter agire in maniera corretta nella cura della persona. Da questo presupposto sono partite le ricerche condotte dal Centro Cardiologico Monzino sulla correlazione tra l’aggravarsi degli scompensi cardiaci e la carenza di ferro.

I risultati della ricerca, pubblicati sulla nota rivista European Journal of Preventive Cardiology, hanno infatti rivelato che anemia e deficit di ferro possono aggravare uno scompenso cardiaco e aumentare di conseguenza il rischio di ospedalizzazione e mortalità.

“Il deficit di ferro se definito esclusivamente secondo i criteri delle Linee Guida Internazionali non sempre permette di identificare tra tutti i pazienti con scompenso cardiaco quelli a rischio più elevato e che quindi, più degli altri, giovano di supplementazione di ferro. Noi, grazie ai nostri studi, abbiamo identificato quali sono i parametri in grado di individuare questo sottogruppo di pazienti a più alto rischio”, spiega il Prof. Piergiuseppe Agostoni, coordinatore dello studio, Direttore del Dipartimento Cardiologia Critica e Riabilitativa del Centro Cardiologico Monzino.

800 pazienti esaminati per scompenso cardiaco

Lo studio è stato condotto su 800 pazienti con diagnosi di scompenso cardiaco, confermando quanto la carenza di ferro possa influire su un’evoluzione critica della malattia.

“Al Monzino noi misuriamo l’assetto del ferro a tutti pazienti. Il messaggio clinico del nostro lavoro è quindi prima di tutto una raccomandazione a tutti i centri specializzati di eseguire gli esami del sangue necessari ad individuarne l’eventuale carenza. Ricordiamo inoltre che in presenza di deficit funzionale di ferro esistono già dei farmaci mirati, come il Ferrocarbossimaltosio, somministrabili per via endovenosa. Una diagnosi appropriata può quindi salvare la vita di molti pazienti e migliorarne la qualità”, conclude il Professore.

 

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