Pronto soccorso senza medici?

Pronto soccorso senza medici?

MALPAGATI, DENUNCIATI E AGGREDITI

Le nostre università laureano pochi medici perchè, essendoci il numero chiuso, i ragazzi neo-diplomati devono affrontare e superare un test a quiz che, come un gioco televisivo, 'vincono' solo in pochi. Albert Einstein completato il percorso di studi liceali non fu ritenuto idoneo a proseguire oltre...

Sanitadomani.com – Il numero di medici disponibili per la sanità pubblica italiana è assolutamente insufficiente. 
L’età media dei professionisti è molto alta e man mano che arriva l’età della pensione non si riesce a sostituirli tutti.
Non c’è, infatti, un adeguato numero di giovani risorse umane.

Un altro capitolo che fa paura riguarda in particolare i camici bianchi specializzati in medicina d’Emergenza Urgenza.
E’ questa la specializzazione che dovrebbero avere tutti i medici che intendono lavorare nei pronto soccorso.
Un corso di specializzazione in medicina d’emergenza-urgenza che dura ben 5 anni che vanno a sommarsi ai 6 per il conseguimento della laurea in medicina.
Non solo manca questa tipologia di professionisti, ma anche tanti altri specializzati in ambiti diversi non intendono accettare un incarico per lavorare in pronto soccorso. 

Diciamolo a chiare lettere, il problema centrale che ne genera mille altri è sempre lo stesso: l’incapacità dei nostri politici al Governo di saper affrontare in tempo reale i disagi sociali.

CI DOVREMO CURARE 
CON IL DR GOOGLE?

L’emergenza assoluta e più pericolosa riguarda proprio i professionisti del Pronto soccorso..
Il loro lavoro è davvero mal ripagato. E non solo dal punto di vista economico.
Ci sono anche altri mille aspetti negativi: turni massacranti, denunce facili nei loro confronti e, ciliegina sulla torta, le violente aggressioni che subiscono sempre più spesso da parte dei famigliari di pazienti, da prepotenti delinquenti che non intendono attendere il loro turno, da tossicomani in crisi di astinenza, da malati psichiatrici e, dulcis in fundo, dall’emergenza della pandemia Covid che ha creato un ulteriore sconquasso nei pronto soccorso italiani. 

FORMIAMO MEDICI
PER ALTRI STATI?

?

Se il problema scottante è concretamente quello dei medici di pronto soccorso, non meno felice è la situazione degli specialisti che operano nei vari reparti ospedalieri.

Guadagnano poco e lavorano tanto, quindi al sistema sanitario pubblico italiano (dopo che i nostri medici hanno seguito almeno 10 anni di studi universitari) e ovvio che preferiscano il posto di lavoro che li premi maggiormente.
In questo caso il mercato della salute offre loro due opportunità: la prima è quella di un ospedale privato in Italia e l’altra, sempre più seguita, è quella di lavorare in Ospedali esteri.

3 PROBLEMI
RISOLVIBILI

1) la nostra università laurea pochi medici perchè, essendoci il numero chiuso i ragazzi neo-diplomati che vorrebbero intraprendere questo corso di studi devono affrontare e superare un test a quiz che, come un gioco televisivo, ‘vincono’ solo in pochi.
 

Detto test di ammissione, sia chiaro, non ha nulla a che vedere con la potenziale competenza medica che il ‘concorrente’ in futuro potrebbe rivelare di avere.
Basti ricordare, ad esempio, che in Germania il nobel per la fisica Albert Einstein, dopo aver conseguito il diploma liceale, fu giudicato non idoneo a proseguire gli studi.
Si laureò, infatti, a Zurigo. 


2) quando i medici raggiungono l’età pensionabile non possono più lavorare con gli ospedali pubblici.
La struttura sanitaria italiana si priva, dunque, di migliaia di giovani pensionati ma ‘vecchi professionisti’ che, ovviamente, nella maggior parte dei casi, vengono subito reclutati dalle strutture ospedaliere private.
E’ vero, infatti, che in molte strutture sanitarie private, con contratto di consulenza, vi lavorano, come professionisti senior o primari, un gran numero di ex medici che si sono formati negli ospedali pubblici. 
Insomma, l’imposizione pensionistica per i medici e la loro conseguente impossibilità giuridica di poter proseguire un rapporto di collaborazione con la sanità pubblica si rivela essere un immenso regalo agli imprenditori della sanità privata.
Perchè non consentire ai pensionati di collaborare con gli ospedali pubblici alleggerendo così la pressione interna agli ospedali?

3) coloro che si laureano in medicina, dopo 6 anni di studi, sempre più raramente scelgono di specializzarsi in medicina d’ Emergenza-urgenza.
Il perchè lo abbiamo detto è quindi facile comprendere e condividere che sono davvero coraggiosi quanti decidono di intraprendere questo percorso di studi.

Peccato, però, che chi dovrebbe capire e agire (come nel caso del Ministro della Salute Roberto Speranza che rappresenta la sinistra italiana al governo) non sanno o non vogliono far nulla per affrontare e risolvere questo gravissimo problema che, sempre più, si rifletterà su di noi pazienti e cittadini.

 

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