Demenza senile: frequenza cardiaca alta è fattore di rischio

Demenza senile: frequenza cardiaca alta è fattore di rischio

sanitadomani.com – EUROPA: Per la demenza senile manca ancora una cura, e anche una individuazione delle cause. Ma almeno si stanno scoprendo sempre di più i fattori di rischio: un aiuto per l’individuazione precoce della malattia. E una diagnosi tempestiva aiuta a rallentare gli effetti degenerativi.

Una delle scoperte più recenti è il legame che c’è fra la frequenza cardiaca elevata e l’aumento del rischio di soffrire di demenza; la rivista scientifica Alzheimer’s & Dementia ha pubblicato i risultati.

Demenza senile, lo studio svedese

Sono stati i ricercatori del Karolinska Institutet di Stoccolma a individuare la correlazione, con uno studio durato 15 anni. Sono arrivati al risultato analizzando i dati di 2.147 soggetti, tutti di età superiore ai 60 anni, che non presentavano alcun sintomo di declino cognitivo. Durante gli anni di controllo, i medici hanno analizzato la correlazione tra la frequenza cardiaca e l’insorgenza della demenza.

Così è emerso che chi aveva una frequenza più elevata, era più a rischio di sviluppare la malattia. Ma quello che ha stupito è che i valori del battito cardiaco non erano a livello patologico, a comunque sopra la media.

I valori medi della frequenza cardiaca

Con frequenza cardiaca si intende  la velocità della contrazione del cuore; la misurazione che si utilizza per trovarne il valore è il conteggio dei battiti al minuto. In base alle tabelle dell’American Heart Association, una persona  adulta san, quando è a riposo dovrebbe avere una frequenza cardiaca compresa tra i 60 e i 100 battiti al minuto.

Un range comunque solo indicativo; lieve oscillazioni dai valori minimi e massimi sono comunque considerati nella norma. Anche perché tantissimi fattori quotidiani possono influire su tale dato, dal sonno all’assunzione di farmaci all’attività fisica.

Rispetto al rapporto con la demenza senile, i ricercatori hanno riscontrato come parametro di possibile rischio una frequenza superiore agli 80 battiti al minuto; fra chi aveva questa caratteristica, la demenza senile, o un quadro di declino cognitivo, si è presentata in maniera percentualmente più rilevante, rispetto a chi aveva una frequenza tra i 60 e i 69 battiti.

Inoltre, il quadro generale non cambiava se si escludeva dal gruppo di controllo  i soggetti con patologie cardiovascolari. Anche se questi disturbi restano uno dei fattori da tenere sotto controllo proprio per un possibile declino cognitivo. La fibrillazione atriale per esempio, la più comune forma di aritmia cardiaca, influisce anche sulla natura del cervello; aumentare la percentuale di probabilità di ictus, ma anche di demenza nella terza età.

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