Palombelli vittima dell’ira dei webeti

Palombelli vittima dell’ira dei webeti

Valutazioni psichiatriche preventive per i presunti stalker e non esclusivamente per i leader politici anticomunisti!

Palombelli vittima dell’ira dei webeti
Sanitadomani.com
Barbara Palombelli, con affermazioni tanto forti quanto inequivocabili in merito alla sua posizione contro ogni forma di violenza sulle donne, ha aperto la discussione su un tema sociale che merita davvero la massima attenzione.

 La giornalista ha infatti ipotizzato che dietro le stragi di molte donne da parte di ex mariti o fidanzati ci possa essere una sorta di ‘potenziale provocazione’ spiegando che in ogni caso la violenza va duramente condannata.
Ma il web si è scatenato lo stesso! 
E’ ovvio che le frasi della Palombelli, utilizzate solo in parte, sono apparse come uno schiaffo dato a chi dorme profondamente.
Una posizione choc quella scatenata dal web nei confronti della seria giornalista, ma soprattutto donna e madre, che sa bene quello che dice.
Grazie a lei, parlando di tematiche scomode, ora si può aprire un serio dibattito su un tema la cui complessità è infinita.

 E’ vero che si racconta sempre più spesso, con sorpresa, sgomento, giustificata e unanime condanna, dell’assassinio di ex mogli, ex fidanzate, ex amanti.
 Si condanna il colpevole come un folle assassino, si piange la vittima, si aprono l’ennesimo fascicolo giudiziario e le porte del carcere.
Ma qualcuno ha mai pensato, così come si è, sostanzialmente, ‘permessa’ di chiedersi la Palombelli, alla vita degli improvvisati assassini?
Al perchè siano arrivati a tanto?

 E soprattutto a come reagisce il sistema, la società civile, la giustizia, davanti alle legittime scelte sentimentali di donne che, loro malgrado, cancellano radicalmente la vita sentimentale dei loro ex compagni, che, spesso, si sentono privati e violentati nei propri sentimenti, nelle proprie facoltà di maschio, di uomo, di persona, di padre, di amante?
Uomini che magari sono nati mentre era ancora in vigore la legge che tutelava il ‘Delitto d’onore’, riconosciuto quando una donna tradiva o abbandonava il proprio uomo esponendolo al pubblico ludibrio e che è stata abrogata solo il 5 agosto del 1981.

Maschi, spesso incolti, che sono quindi stati cresciuti ed educati dai loro padri a considerare addirittura legittima un’azione violenta a tutela della propria immagine!

Ma cosa è stato fatto per sostenere culturalmente e psicologicamente chi sino a ieri poteva uccidere a testa alta il proprio partner per essere poi commiserato in un’aula di tribunale con pene ridotte al minimo?

 Quella cultura, quella mentalità e quel modo di concepire la vita di coppia, retrograda, ottusa, anacronistica, è sparita solo con la cancellazione di quell’articolo del codice penale?

Sembra proprio di no.

Quanto accade oggi dimostra che quei sentimenti legati ad un ‘superato’ modo di pensare sono qualcosa di più che l’esito di una legge scritta alla fine dell’Ottocento e sopravvissuta sino a fine ‘900.

 Per tante persone, giovani o meno, essere stato tradito e abbandonato sono ancora ‘valori’ validi di cui lavare l’onta con le ritorsioni legali, economiche, con l’arma dell’odio in qualsiasi forma: sovente via web o addirittura col sangue.

 Nessuna pietà giuridica o giustificazione in nessuno dei casi, sia chiaro! 

Ma il nostro sistema sociale si è mai occupato (a parte di coloro che impazziscono e diventano stalker e folli assassini) preventivamente di assistere psicologicamente, psichiatricamente o di offrire qualche forma di supporto a tutte quelle persone che dall’oggi al domani perdono repentinamente il proprio partner e si trovano in un mondo di difficoltà oggettive, spesso privati degli affetti famigliari, di quelli materiali e, perchè no, per alcuni, anche esistenziali?

Si è pensato solo a formulare una legge sugli stalker, al libro rosso della giustizia e a meccanismi di risposta di repressione sociale che si rivelano ridicoli rispetto alla dimensione morale, psicologica e materiale del problema che si nasconde all’origine.

Ecco, cari webeti che state processando sui social Barbara Palombelli: agite come gli stalker: azione-reazione, utilizzando, peraltro ingiustamente, solo una frase di un discorso molto più ampio! 

La strada dell’analisi sociale aperta con forza dalla giornalista merita invece il nostro plauso e tutta la nostra stima.
E questo perché grazie all’avvio di questo dibattito forse questo nostro sistema di organizzazione giuridico-legislativo comincerà a capire che non si può chiedere di sottoporre a perizia psichiatrica il leader italiano dell’anticomunismo e non un uomo (o una donna) accusati di perseguitare il proprio ex compagno di vita.

Palombelli vittima dell’ira dei webeti

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