Per scongiurare lo scandalo dei medici non idonei reclutati dalle cooperative esterne per coprire i turni di pronto soccorso si pensa ad una soluzione che è pari se non peggio del problema. Ridurre ulteriormente il personale medico specialistico in servizio nei reparti dove ci sono pazienti ricoverati che necessitano di serie attenzioni. I medici specializzati invece di lavorare nel proprio reparto di competenza dovranno fare i turni nei pronto soccorso. Protesta il sindacato UGL salute.
Sanitadomani.com – Milano. Il cuore degli ospedali, ovvero i pronto soccorso, è gravemente ammalato e già da tempo.
Lo sapevano bene i due ministri alla sanità Lorenzin, prima, e speranza dopo che non sono stati capaci di trovare una cura idonea.
Adesso si confida sul nuovo Ministro alla Salute del Governo Meloni, il prof Orazio Schillaci. Sul suo tavolo ministeriale si ritrova una serie di problemi scottanti.
Uno di questi è proprio quello dei ‘medici in affitto’: alcuni ospedali, per garantire il servizio ai pazienti anche durante la notte ‘sub-appaltano’ i turni di pronto soccorso a medici esterni che spesso non hanno i requisiti di legge.
IL SINDACATO INTERVIENE CON GIANLUCA GIULIANO
In proposito qualcuno, dal punto di vista sindacale, si è finalmente attivato.
Si tratta, in primis, di Gianluca Giuliano, Segretario Nazionale della UGL Salute. Non è un politico ma un operatore sanitario quindi non usa linguaggi paludosi e afferma: “Bisogna assolutamente fermare l’utilizzo dei medici a gettone. Se non lo si farà in fretta potrebbe essere questa la mossa che farà crollare definitivamente il SSN”.
Giuliano manifesta una serie di lucide preoccupazioni su quanto sta accadendo nei pronto soccorso che, in tutta Italia, sono in serie difficoltà.
In Lombardia e in altre Regione italiane, alle pressanti critiche sullo spreco di denaro pubblico e l’impiego di personale notturno non idoneo, c’è chi pensa di poter risolvere il problema creandone uno più grave.
I PAZIENTI IN REPARTO POSSONO ATTENDERE
Gli esausti e delusi medici specialisti dei vari reparti (neurochirgia, oncologia, cardiologia, medicina interna, eccetera) saranno costretti a fare i turni in pronto soccorso per dare una mano ai loro colleghi che sono pochi e sfiniti.
E’ questa la ‘soluzione’ escogitata per ospedali Lombardi e di altre Regioni. Il grosso concreto rischio è ora quella di ridimensionare ulteriormente il personale specialistico che lavora nei reparti. I medici specializzati, dunque, saranno ora obbligati a fare i turni in pronto soccorso. Una sorta di ‘soluzione urgente’ creando, però, pazienti di serie A e pazienti di serie B.
Quelli ricoverati, infatti, se brontolano o sono assistiti ancora meno di quanto non lo siano già oggi difficilmente fanno notizia sui giornali.
Fa notizia, invece, una persona che in pronto soccorso lamenta di aver atteso ore prima di essere stato visitato.
NIENTE POLEMICHE SUI GIORNALI…
Tutto lascia pensare che la qualità della sanità non sia al primo posto rispetto all’esigenza di evitare di finire sui giornali: si inizia, dunque, a picconare anche quella parte di servizi ospedalieri pubblici che, pur se in difficoltà, oggi funzionano.
Conclusione?
Da una parte si tappa il problema dei pronto soccorso, dall’altra si apre una nuova falla nei reparti. E mentre i politici danno rigorose direttive ai direttori generali degli ospedali affinchè risolvano bene e subito il problema, gli specialisti si guardano intorno: cercano di andare a lavorare in un altro ospedale italiano, estero o in una clinica privata pur di poter svolgere il proprio lavoro nel rispetto delle proprie competenze e professionalità.
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