La carenza di infermieri aumenta la mortalità

La carenza di infermieri aumenta la mortalità

sanitadomani.com la riduzione del numero di infermieri, compensato dall’aumento del numero degli operatori socio sanitari, non riduce la mortalità ma al contrario ne aumenta il rischio

SANITADOMANI.COM MILANO – PERICOLO INFERMIERI/ Sinora si è posto l’accento sulla grave carenza di medici.
Un serio problema per il presente e, ancora peggio, per il futuro.
Ma c’è un aspetto ancora più grave di cui si parla troppo poco.
La sempre crescente domanda di salute da parte dei cittadini unita al blocco del turn over e alle mancate assunzioni di infermieri potrebbero infatti portare a conseguenze molto gravi: addirittura l’aumento della mortalità dei pazienti ricoverati!

 Soprattutto se questi operatori sanitari vengono sostituiti, come spesso fanno molti manager della nostra sanità, dagli OSS, gli operatori socio assistenziali.
Dati preoccupanti giungono a questo proposito da uno studio realizzato nel Regno Unito e pubblicato dal British Medical Journal Quality & Safety, riferito agli anni tra il 2012 e il 2015 su 138.133 pazienti adulti ricoverati in reparti di medicina per almeno due giorni.
DECESSI OSPEDALIERI
AUMENTATI DEL 3%

Dallo studio si evince che il rischio di morte intraospedaliera nel Regno Unito aumenta del 3% per ogni giorno di degenza in cui il numero di personale infermieristico e sociosanitario è al di sotto della media.
Allo stesso tempo mostra come la riduzione del numero di infermieri, compensato dall’aumento del numero degli operatori socio sanitari, non riduce la mortalità ma al contrario ne aumenta il rischio.

Quest’ultimo dato potrebbe essere legato alla suddivisione dei compiti che porterebbe l’infermiere a ridurre la frequenza di valutazioni e monitoraggio del paziente al di fuori di quelli programmati.
Sebbene la figura dell’operatore socio sanitario sia fondamentale nell’assicurare livelli adeguati di assistenza, questa non può sostituirsi a quella dell’infermiere le cui competenze sono differenti.
Sarebbe dunque importante, per rispondere ai bisogni di salute della popolazione, assicurare che il numero di professionisti sanitari (medici, infermieri ed operatori socio sanitari) sia conforme agli standard per garantire la sicurezza dei pazienti, sulla base delle rispettive competenze professionali e non legato a mere scelte politiche ed economiche.

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