Il piano per pazienti cronici

Il piano per pazienti cronici

Il PROF MAZZONE E IL PNC

Quando il cittadino necessita di assistenza medica e non trova le necessarie tempestive risposte sanitarie dal proprio medico curante ricorre al pronto soccorso. Da qui ne conseguono anche il sovraffollamento, le lunghe attese per gli esami diagnostici e gli accertamenti clinici...

Sanitadomani.com – ROMA. Il Ministero della Salute intende ridare energia al Piano Nazionale della Cronicità che, per via dell’emergenza Covid, ha subito un drastico blocco.
Con un decreto il ministero ha nominato i componenti della ‘Cabina di regia’ nella quale sono presenti i rappresentanti sanitari e sociali delle categorie più fragili, ma anche e soprattutto veri esperti di gestione delle politiche socio-sanitarie, nonchè affermati ricercatori e scienziati. In rappresentanza di questi ultimi il ministero ha incaricato il prof. Antonino Mazzone, vice presidente della Federazione Società Medico-Scientifiche italiane.
Il prof Mazzone, noto nel mondo scientifico italiano e internazionale per i suoi studi e ricerche anche nella lotta contro il Covid, è il direttore del Dipartimento dell’area medica del gruppo di ospedali che fanno riferimento a quello di Legnano. 

COS’É IL PNC
PER I CRONICI?

Il Piano Nazionale della Cronicità riguarda milioni di pazienti italiani affetti da patologie croniche, che vanno dal diabete alle cardiopatie, dalle malattie congenite a quelle rare.
Nella sola Regione Lombardia con una popolazione di quasi 11 milioni di residenti, sono ben 3 milioni e 500 mila i pazienti cronici.
Prima della pandemia, dicevamo,  le varie Regioni italiane, coordinate dal Ministero, si stavano organizzando per facilitare il percorso di assistenza a questa tipologia di cittadini.
I pazienti cronici, infatti, in caso di problematiche con le terapie, con complicanze non acute, difficilmente trovano immediata risposta da parte del proprio medico.

SE IL MEDICO NON RISPONDE…
C’É IL PRONTO SOCCORSO

Questo aspetto, uno dei tanti ma forse il più delicato, comporta che frequentemente, ad esempio, un cardiopatico o un diabetico avvertendo un piccolo insolito malessere ricorra al pronto soccorso.
Questo avviene sempre più spesso quando il cittadino necessita di assistenza medica (non da pronto soccorso) e non trova le necessarie tempestive risposte sanitarie dal proprio medico curante.
Da qui ne conseguono anche il sovraffollamento dei pronto soccorso, le lunghe attese per gli esami diagnostici e gli accertamenti clinici.
Il Piano Nazionale della Cronicità dovrà fornire le risposte e le soluzioni adeguate per garantire ai pazienti cronici un’assistenza, anche grazie alla telemedicina, che sia tempestiva e rassicurante.
Al Prof Antonino Mazzone, che conosce molto bene anche queste problematiche, e al gruppo di lavoro che si riunirà il 21 aprile, spetta il non facile compito di ridisegnare la mappa del nostro sistema sanitario nell’ottica del paziente cronico.

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