Epatite B, al San Raffaele scoperto l’antivirus

Epatite B, al San Raffaele scoperto l’antivirus

Sanitadomani.com Milano. Al San Raffaele è stata individuata una molecola che permette di riattivare le difese immunitarie contro il virus della forma cronica dell'Epatite B, tra le principali del cancro al fegato.

Sanitadomani.com MILANO. La ricerca scientifica compie un altro significativo passo in avanti nella lotta contro l’epatite B grazie al lavoro di un gruppo di ricercatori dell’Ospedale San Raffaele di Milano e dell’Università Vita-Salute San Raffaele.
E’ stata individuata una molecola che permette di riattivare le difese immunitarie contro il virus.
Una buona notizia per gli oltre 250 milioni di persone affette dalla forma cronica di Epatite B, fra i primi fattori di rischio di cancro al fegato.
In questi pazienti, la risposta immunitaria al virus è inefficace.
Lo studio, guidato da Matteo Iannacone, capo dell’unità di Dinamica delle Risposte Immunitari, in collaborazione con il Prof. Luca Guidotti, vice direttore scientifico dell’Istituto e professore ordinario presso l’Università Vita-Salute San Raffaele, e Renato Ostuni, group leader del laboratorio di Genomica del sistema immunitario innato, ha svelato alcuni meccanismi alla base della patologia studiando in un topo di laboratorio un sottotipo di linfociti T che ha il compito di attaccare il virus HBV, ma che nella forma cronica di epatite B non riesce ad eliminare l’infezione.
Grazie alla microscopia intravitale sviluppata da Matteo Iannacone, con cui è possibile vedere singole cellule in azione in tempo reale, si è rilevato che nell’epatite B cronica i linfociti T sono disfunzionali fin dalla loro attivazione.
Inoltre, attraverso l’analisi dell’espressione genica dei linfociti è stato possibile tracciare una sorta di ritratto dettagliato del loro stato molecolare.
I ricercatori hanno così potuto identificare alcune molecole adatte ed efficaci a risvegliare la risposta immunitaria; tra queste, una è già stata sperimentata con successo sia in vitro, su cellule di pazienti, sia nel modello animale l’interleukina-2, una molecola-messaggero del sistema immunitario.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica Nature, considerata probabilmente la più prestigiosa nel campo; la ricerca è stata finanziata dallo European Research Council (ERC), da Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro e dalla Fondazione Armenise-Harvard.
Matteo Iannacone ha portato anche la sua esperienza maturata dopo un lungo periodo di ricerca negli Stati Uniti grazie alla vittoria del Career Development Award della Fondazione Armenise-Harvard.

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