Cancro epatico, il faro internazionale è Padova

Cancro epatico, il faro internazionale è Padova

Dalla Chirurgia Epatobiliare e Trapianti di Fegato dell’Azienda Ospedaliera/Università di Padova arriva la prima approfondita e più importante casistica mondiale di interventi di termoablazioni in videolaparoscopia con il maggior numero di pazienti con HCC trattati con microonde. Una prima grande battaglia vinta contro il tumore al fegato. Gli interventi e gli studi condotti a Padova confermano la sicurezza di una procedura minimamente invasiva per i pazienti con HCC quando la resezione o l’ablazione percutanea non è possibile. Nelle altre foto l’equipe del prof Cillo e in basso il team del reparto specialistico. 

Sanitadomani.com Padova. L’equipe del Prof. Umberto Cillo, Direttore dell’UOC di Chirurgia Epatobiliare e Trapianti di Fegato dell’Azienda Ospedaliera/Università di Padova, ha pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale (Journal of Surgical Oncology, 2019 Nov.) il risultato di 815 procedure eseguite per via video laparoscopica di termoablazione con microonde su 674 pazienti affetti da HCC (epatocarcinoma al fegato), riportando una percentuale di sopravvivenza a 5 anni pari al 35.9%, dal 2009 al 2016.
La pubblicazione rappresenta la più ampia casistica esistente in letteratura.

L’Equipe di clinici altamente specialistici in chirurgia del fegato: Prof. Umberto Cillo – Direttore, Prof. Enrico Gringeri – secondo operatore, Dott. Alessandro Vitale, Dott. Francesco D’Amico, Dott. Domenico Bassi, Dott. Francesco Enrico D’Amico, Dott. Riccardo Boetto, Dott.ssa Marina Polacco, Dott.ssa Alessandra Bertacco, Dott. Daniele Neri, Dott.ssa Patrizia Boccagni, Dott. Giancarlo Gemo, Dott.ssa Nela Srsen, negli anni ha consolidato numerosi primati nella chirurgia del fegato.
La tecnica innovativa in laparoscopia che ancor oggi stanno attuando con esemplari risultati, porta a radicalità (uccide completamente le cellule tumorali) nella maggioranza dei pazienti, azzerando i noduli sul tumore primitivo del fegato.
Oltre 4000 le procedure di termoablazione dei tumori primitivi e secondari del fegato sia per via percutanea (1723 casi) che videolaparoscopica (2376 casi) sono stati eseguiti dal Centro di Chirurgia Epatobiliare dell’A.O. di Padova.
La termoablazione è il trattamento terapeutico che, sfruttando il calore generato da una corrente elettromagnetica, consente di distruggere piccoli tumori primitivi e secondari del fegato.
L’utilizzo delle microonde come corrente elettromagnetica per generare calore è divenuto uno tra i più utilizzati ed efficaci trattamenti in oncologia chirurgica.
Le onde elettromagnetiche, generate da appropriati macchinari, vengono veicolate all’interno del fegato attraverso l’impiego di specifiche antenne infisse al centro del tumore. Queste antenne possono essere inserite dall’esterno, per via percutanea, in anestesia locale con la guida dell’imaging strumentale (TAC, ecografia) o in alternativa per via videolaparoscopica, in anestesia generale.
Quest’ultima metodica, rientrando sempre nella schiera dei trattamenti mini-invasivi, offre il vantaggio di ottenere un’esplorazione visiva del fegato e della cavità addominale consentendo anche dove sarebbe sconsigliato il trattamento percutaneo, tipo in caso di tumori a collocazione critica o crescita esofitica, o  discoagulopatia, la possibilità di eseguire il trattamento in videolaparoscopia.
Per questa tecnica videolaparoscopica, le antenne vengono posizionate all’interno del tumore previa esecuzione di un’ecografia epatica che permette di individuare i noduli epatici da trattare. Le antenne all’interno dei noduli raggiungono un’estrema precisione.
Anche le linee guida internazionali consigliano per il trattamento del tumore primitivo del fegato (epatocarcinoma – HCC) la termoablazione.
Questa è una procedura che si è dimostrata efficace come trattamento definitivo per i tumori primitivi del fegato e come soluzione “ponte” nei pazienti affetti da HCC o in attesa di un trapianto di fegato.
La termoablazione con microonde è stata estesa anche al trattamento dei tumori secondari del fegato.

Si ringrazia per la preziosa collaborazione l’ufficio stampa dell’Azienda Ospedaliera/Università di Padova

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