Mazzone, terza dose? Prima i dati scientifici

Mazzone, terza dose? Prima i dati scientifici

Sanitadomani.com - Prof Antonino Mazzone: terza dose?, ma dove sono i dati di reinfezione dei vaccinati...

Mazzone, terza dose? Prima i dati scientifici
Sanitadomani.com – Legnano
. Ancora una volta a parlare a proposito di Covid è il Prof Antonino Mazzone, medico internista, immunologo e autore di centinaia di studi scientifici apprezzati in tutto il mondo.

Il prof Mazzone, infatti, è lo stesso studioso che all’inizio della pandemia aveva ‘suggerito’ di vaccinare prima chi non avesse contratto il covid.
E soprattutto di sottoporre a controllo sierologico anticorpale coloro che avevano sviluppato la malattia e ne erano guariti.
Questo avrebbe comportato di risparmiare una quantità immensa di dosi dando la precedenza a chi ne aveva più bisogno.
Non approfondendo, per il momento, l’inquietante aspetto delle conseguenze poco felici che c’era il rischio di attendersi dai pazienti ricchi di anticorpi ai quali veniva inoculato il vaccino. 

Quella volta Mazzone non venne ascoltato in tempo, ma solo quando la prestigiosa rivista scientifica americana ‘Jama Internal Medicine’, ha pubblicato la sua tesi suffragata dall’enorme numero di pazienti curati nel suo dipartimento di medicina di Legnano.

UNO STUDIOSO CHE VIVE PER CURARE I PAZIENTI

RECENTEMENTE NELL’AREA ESTERNA ALL’OSPEDALE POLISPECIALISTICO DI LEGNANO E’ APPARSO NOTTETEMPO UNO STRISCIONE, MA QUESTA VOLTA NON ERA CERTO DI PROTESTA…

 Per avere un parametro di come il Prof. Antonino Mazzone e la sua incredibile squadra di medici, infermieri e parasanitari sia stato e sia ancora oggi in prima linea nella dura battaglia contro il Covid,  è sufficiente sapere che per mesi e mesi i suoi reparti, divenuti centro di eccellenza della Lombardia per la cura del Covid, occupavano costantemente oltre 500 posti letto. 

Dopo che lo studio del Prof Mazzone è rimbalzato in tutto il mondo, da scienziato a scienziato che hanno apprezzato e condiviso la sua ricerca e le sue conclusioni scientifiche, anche qualche nostro pubblico amministratore si è chiesto come mai non li avessero informati di questa intuizione scientifica dello scienziato dell’Ospedale di Legnano…

Adesso il Prof. Antonino Mazzone, a proposito di terza dose, con largo anticipo, nei suoi panni di vice Presidente della Federazione delle Società Medico Scientifiche Italiane, (et ad omnes) lo ha detto a tutti.
Oltre che in sede scientifica ha rilasciato una serie di dichiarazioni ufficiali all’agenzia di stampa ADN Krono
s e tutti ne sono avvisati.
E ci riferiamo all’ipotesi della terza dose del vaccino.
“Si possono sapere i tassi di reinfezione dei vaccinati per confrontarli con quelli degli ex pazienti Covid? Solo dopo potremmo discutere di terza dose” afferma lo studioso senza possibilità di fraintendimenti.

“Prima di parlarne – sottolinea Mazzone ai giornalisti – è utile conoscere i dati, a un anno, di quante persone vaccinate che non avevano fatto l’infezione da Sars-CoV-2 si contagiano.
Ci vuole chiarezza nel confrontare l’immunità naturale”, “e l’immunità acquisita” a seguito della vaccinazione.
“Questo dato, che ancora non viene prodotto, è invece fondamentale per poter decidere una strategia – spiega Antonino Mazzone –  che dovrà essere pianificata a livello mondiale”.

SE SI PROGRAMMA TUTTO
 300 ML DI DOSI IN MENO

A chi non l’avesse ancora capito il direttore del Dipartimento di Area medica, Cronicità e Continuità assistenziale dell’Asst Ovest Milanese, ospedale Civile di Legnano chiarisce che “qualora le percentuali di infezione di guariti e immunizzati fossero simili, si potrebbero risparmiare milioni di dosi vaccinali”.
Il prof ipotizza che stiamo parlando di cifre che si possono aggirare alle “300 milioni di dosi che si possono invece impiegare per le popolazioni più vulnerabili di tutto il mondo oppure per accelerare enormemente la vaccinazione delle categorie che più ne hanno bisogno”.

Scrive Adn Kronos in uno dei lanci merito all’intervista dedicata al Prof di Legnano che, ad oggi, prosegue il suo impegno quotidiano di medico in prima fila tra i suoi pazienti ospedalieri.
“Il medico poggia – conferma l’agenzia di stampa – la sua riflessione su fondamenta solide: una pubblicazione firmata a fine maggio su ‘Jama Internal Medicine’, dove è apparsa corredata da un commento di Mitchell H. Katz della New York Medical School, nel board degli editor della rivista dell’American Medical Association.”.
Ancora ADN Kronos aggiunge ” La probabilità di reinfezione per un guarito da Covid-19 è dello 0,07% a un anno”, concludevano nel paper Mazzone e colleghi, tra i quali anche il presidente dell’Associazione microbiologi clinici italiani (Amcli), Pierangelo Clerici.
Più precisamente, “l’incidenza di infezione da Sars-CoV-2 per 100mila residenti era di 1 per le persone che già l’avevano contratta e di 15,1 per quelle che non l’avevano mai avuta: una differenza drammatica”.

Lo studio del team del Prof Mazzone, inoltre, non si limita a delle conclusioni di natura esclusiva.
Infatti lo stesso Mazzone ricorda che “Ci sono vari lavori pubblicati sulle più importanti riviste scientifiche, da ‘Nature’ a ‘The Lancet’ a ‘Nejm’ che dimostrano come l’immunità a lungo termine dei guariti sia una realtà, con anticorpi tracciabili anche dopo 12 mesi”. Cita anche “lo studio Siren su Lancet che ha affrontato le relazioni tra la sieropositività nelle persone con precedente infezione Covid e il rischio di sindrome respiratoria acuta grave dovuta a reinfezione nei successivi 7-12 mesi. Ebbene, l’infezione precedente ha ridotto il rischio di reinfezione sintomatica del 93%”.

Insomma, il mondo scientifico, quello vero che passa le giornate a studiare o a curare pazienti e non nei talk show, è compatto su questa linea che, ci auguriamo, almeno stavolta, venga recepita in tempo utile dai nostri responsabili nazionali dell’Anticovid. 
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