Al San Raffaele maxi studio sui pazienti del Covid-19
Il mondo corre contro il tempo per trovare una cura efficace contro il Covid-19. Per la ricerca è fondamentale la raccolta dei dati e il confronto dei risultati. L’ospedale San Raffaele ha avviato un maxi studio clinico, coordinato da Alberto Zangrillo, direttore dell’Unità di Anestesia e Rianimazione Generale, e Giovanni Landoni, direttore del Centro di Ricerca in Anestesia e Terapia Intensiva della stessa Unità.
Lo studio include centinaia di pazienti già in cura presso la struttura, che vengono presi in carico da oltre 7 reparti dedicati al COVID-19 . Il protocollo prevede di raccogliere informazioni sia cliniche che biologiche, ottenendo dati affidabili sull’efficacia dei farmaci oggi utilizzati negli ospedali. I ricercatori del San Raffaele sperano di riuscire a comprendere cosa accomuna i pazienti più gravi, quali indicatori prevedano il decorso della malattia, quali farmaci funzionano meglio nei diversi casi.
“Solo mediante studi di elevata qualità, condotti su numeri, potremo dare risposte scientificamente valide – dice Fabio Ciceri, vice direttore scientifico per la ricerca clinica dell’Ospedale San Raffaele – Questo è ancora più vero per una malattia che mostra una così grande variabilità clinica come COVID-19”.
La malattia ha manifestazioni che vanno dal raffreddore alla terapia intensiva. Non solo quasi l’80% dei pazienti risulta poco o per nulla sintomatica, ma anche nel restante 20%, con condizioni più gravi, si osserva grande variabilità. “Molti si riprendono con la sola somministrazione dell’ossigeno, altri necessitano della terapia intensiva e in alcuni casi addirittura dell’ossigenazione extracorporea, la cosiddetta ECMO”, spiega il professor Alberto Zangrillo.
Capire quali sono i pazienti più a rischio e intervenire precocemente potrebbe fare la differenza.