QUANTE VITE SI POTEVANO SALVARE?

QUANTE VITE SI POTEVANO SALVARE?

IL PLASMA AUTOIMMUNE CURA ANTICOVID

Il plasma convalescente Covid-19 ad alto titolo, somministrato subito dopo il ricovero, ha ridotto nettamente l'ospedalizzazione e in uno studio citato dal Nejm l'incidenza di morte per Covid-19 del 50%. Una ricerca scientifica, resa nota nei giorni scorsi, conferma la validità della cura con l'uso degli anticorpi naturali contenuti nel sangue dei pazienti guariti dal Covid. Una terapia che all'inizio della pandemia fu inspiegabilmente 'scoraggiata'. La scoperta pubblicata dal The New England journal of Medicine.

Sanitadomani.com…il plasma convalescente Covid-19 ad alto titolo ha ridotto l’incidenza di morte per Covid-19 del 50%, ma i dati di studi clinici randomizzati non hanno mostrato un beneficio coerente nei pazienti ospedalizzati….In generale, risultati migliori sono associati alla fornitura di plasma ad alto titolo entro pochi giorni dall’insorgenza dei sintomi”.

Queste sono alcune delle sbalorditive conclusione della ricerca scientifica (che nello specifico fa riferimento ad un altro importante studio) condotta a livello internazionale e che è stata ufficialmente validata e ‘consacrata’ con la sua pubblicazione su di una delle più prestigiose riviste scientifiche internazionali: il The New England journal of Medicine.

Lo chiariamo meglio: quanti pazienti, affetti da covid e deceduti a seguito delle complicanze dopo il ricovero in ospedale, potrebbero essere ancora vive se fossero stati trattati, all’insorgere dei primi sintomi, con una trasfusione di plasma convalescente (ovvero con gli anticorpi donati da pazienti guariti)? 
Le conclusioni dello studio scientifico sono queste: “Nei partecipanti con Covid-19, la maggior parte dei quali non vaccinati, la somministrazione di plasma convalescente entro 9 giorni dall’insorgenza dei sintomi ha ridotto il rischio di progressione della malattia che porta al ricovero in ospedale”.

IL 50% DI PAZIENTI COVID
GUARITI CON IL PLASMA

Secondo lo studio scientifico del 30 marzo scorso il dato di ‘non ospedalizzazione’ grazie al plasma autoimmune, si aggira attorno al 50%. 
Bisogna ricordare che un nutrito gruppo di studiosi, il dottor De Donno di Mantova, in primis, la Regione Veneto che ha tempestivamente creato la Banca del Plasma Autoimmune, il programma Le Iene che per settimane ha documentato il lavoro dei medici con le testimonianze dei pazienti guariti, non sono stati ascoltati per non dire, addirittura, derisi.
Quanti sostenevano l’inefficacia del plasma autoimmune alla fine l’hanno avuta vinta.
Il punto fondamentale da tener presente è che il plasma autoimmune non è da considerarsi la terapia anticovid per eccellenza.
Assolutamente no, ma le evidenze scientifiche confermerebbero che tanti pazienti trattati all’insorgere dei sintomi da Covid non avrebbero subito le complicanze che spesso hanno richiesto il ricovero ospedaliero talvolta concluso con tragiche conseguenze.
Inoltre c’è da tener ben presente che nel momento in cui veniva proposta questa soluzione terapeutica NON VI ERANO ALTRE CURE O TERAPIE anticovid. 


AL PLASMA AUTOIMMUNE

HANNO VINTO I FARMACI

A Parte la Regione Veneto, con il testa l’Ospedale di Padova che, con risultati straordinari, trattava i pazienti prevalentemente con le trasfusioni, pochi altri ospedali Lombardi e del sud Italia hanno seguito questo percorso.
Una terapia poco costosa, efficace se attivata nell’immediatezza dell’insorgenza dei sintomi gravi, non è stata però presa nella dovuta considerazione. Perchè?
Come mai tutti gli studi effettuati in quel drammatico momento storico sono stati pochi, poco finanziati e si sono fermati dopo i primi risultati che non riscontravano  le reali potenzialità terapeutiche nel Plasma Autoimmune?
Poi, ricorderemo, che fortunatamente, ma dopo tanti, troppi morti, sono arrivati i vaccini e le terapie di lusso, ovvero gli anticorpi monoclonali.
Una dose di anticorpi monoclonali, costa intorno ai mille e 500 euro.

MONOCLONALI
TROPPO CARI…

I nostri risultati sono simili a quelli di uno studio che ha valutato l’efficacia degli anticorpi monoclonali contro SARS-CoV-2, compresa l’entità dell’effetto.
Sebbene gli anticorpi monoclonali – spiegano gli scienziati –  siano disponibili nei paesi ad alto reddito, sono costosi da produrre, richiedono tempo per l’approvazione di nuovi farmaci e potrebbero non essere ampiamente disponibili durante le condizioni di picco di Covid-19″.

SOLUZIONE PLASMA
PER I PAESI POVERI…

“Al contrario, il plasma convalescente Covid-19 è disponibile nei paesi a basso e medio reddito, non ha limiti di brevetto ed è relativamente poco costoso da produrre, poiché molti singoli donatori possono fornire più unità, come era evidente da questo studio. – Scrivono a chiare lettere gli autori della ricerca – Poiché fornisce un mix diversificato di anticorpi con specificità e funzioni diverse, il plasma convalescente Covid-19 dovrebbe essere meno vulnerabile all’emergere di resistenza anticorpale.
In effetti, questo plasma è stato utilizzato per la terapia di salvataggio in pazienti immuno-compromessi che sono stati infettati da varianti SARS-CoV-2 resistenti agli anticorpi monoclonali.

L’ATTIVITA’ SANITARIA
SVILUPPATA ALTROVE

Qualsiasi persona – si legge nella pubblicazione medico-scientifica – che si riprende dall’infezione con una variante SARS-CoV-2 ha anticorpi contro quella variante, quindi il plasma convalescente Covid-19 è una terapia basata su anticorpi che in teoria dovrebbe tenere il passo con le varianti a circolazione locale.
Quindi, se viene sviluppato un sistema per qualificare le unità di plasma convalescente, potrebbe essere una potenziale opzione terapeutica per il Covid-19″.

LA TRASFUSIONE
ENTRO 72 ORE

“I dati degli studi randomizzati che coinvolgono pazienti ambulatoriali con Covid-19 sono limitati.
In uno studio condotto in Argentina, l’uso del plasma convalescente Covid-19 in regime ambulatoriale è stato associato a una riduzione del rischio relativo del 48% in progressione a malattia grave (riduzione del rischio assoluto, 15 punti percentuali) quando è stato somministrato entro 72 ore dopo l’insorgenza di sintomi lievi di Covid-19. – scrive il The News England Journal of medicine – 
Tuttavia, in uno studio sul plasma convalescente Covid-19 somministrato a pazienti del pronto soccorso ad alto rischio di progressione del Covid-19, l’arruolamento è stato interrotto per inutilità”.

 

RIFERIMENTI DEGLI AUTORI E FINANZIATORI DELLA RICERCA:

Supportato da un contratto (W911QY2090012, al Dr. Sullivan) con il Joint Program Executive Office for Chemical,
Biological, Radiological and Nuclear Defense del Dipartimento della Difesa, in collaborazione con l’Agenzia sanitaria per la difesa;

Filantropia Bloomberg;
Lo Stato del Maryland; Una borsa di studio (3R01AI152078-01S1, al Dr. Casadevall) dal National Institutes of Health (NIH) Istituto Nazionale delle Allergie e delle Malattie Infettive (NIAID); 
una borsa di studio (U24TR001609-S3, al Dr. Hanley) dalNIH Centro nazionale per il progresso delle scienze traslazionali; 
una borsa di studio (1K23HL151826NIH, al Dr. Bloch) dal National Heart, Lung, and Blood Institute;
 la Divisione di Ricerca Intramurale,NIAID,NIH;
 la Fondazione Benessere Mentale; 
il Fondo Moria;Octafarma;
La Fondazione Rete Sanitaria e la Fondazione della famiglia Shear.

Le foto pubblicate sono state realizzate dall’artista Sturdaf del quale pubblichiamo, qui di seguito, il filmato dell’intera collezione che rappresenta un’opera di grande valore storico-culturale. 

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