Osteosarcoma, una nuova terapia

Osteosarcoma, una nuova terapia

Oggi un paziente su tre non può essere curato...

L’osteosarcoma, grave e raro tumore osseo che colpisce perlopiù bambini e giovani adulti, sembra trovare oggi una cura grazie agli studi dell’UCL Cancer Institute di Londra e dell’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna.

Sanitadomani.com – Bologna. Affrontare un tumore e la sua cura, è un percorso profondamente traumatico per la persona e il suo organismo, al limite dell’indescrivibile.
Quando poi a colpire è un cancro grave e raro, anche la speranza vacilla.

Per fortuna la ricerca è sempre al lavoro, arrivando a importanti scoperte.
È il caso dello studio condotto dall’UCL Cancer Insitute di Londra e dall’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna, che sembrano aver trovato una terapia all’osteosarcoma, uno dei più gravi tumori ossei a colpire perlopiù bambini e giovani adulti tra i 10 e i 25 anni.
Sebbene in Italia ci sia una media di cento nuovi casi l’anno, l’osteosarcoma resta un tumore osseo tra i più frequenti, con un tasso di guarigione molto basso: fino a un giovane paziente su tre attualmente non può essere curato.

Ricercatori italiani e inglesi
testano una nuova terapia

La ricerca è stata condotta dalla professoressa Sibylle Mittnach in collaborazione con i ricercatori inglesi del Crick Institute e l’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna in cui figura, fra gli altri, la dottoressa Katia Scotlandi, responsabile del Laboratorio di Oncologia sperimentale del Rizzoli.
Le ricerche hanno rinvenuto una mutazione delle cellule tumorali che reagisce ad alcuni farmaci già in uso per il trattamento del cancro alle ovaie e al seno, ovvero gli inibitori di PARP.
Sebbene gli studi non siano ancora verificati clinicamente, la dottoressa Scotlandi è fiduciosa e specifica che «è altamente improbabile che i dati osservati siano dovuti a cambiamenti causati dalla crescita a lungo termine di cellule tumorali in condizioni artificiali».

Il percorso scientifico conduce
alla lotta a vari tipi di cancro

I risultati dello studio non permetteranno solo ai pazienti affetti da osteosarcoma di beneficiarne,   ma «aprono alla possibilità di una nuova terapia anche per tumori per i quali sono indispensabili trattamenti innovativi» afferma la Scotlandi.
A tal proposito, la professoressa Mittnacht spiega che la scoperta dell’efficacia dei farmaci inibitori di PARP «potrebbe aprirne l’uso in una gamma molto più ampia di tumori», come per esempio quelli polmonari a piccole cellule e il glioblastoma (cancro al sistema nervoso).
«Il prossimo passo – specifica Scotlandi – sarà verificare in studi clinici la reale efficacia di questi agenti terapeutici».

Link alla ricerca pubblicata in Nature Communications: https://www.nature.com/articles/s41467-021-27291-8

 

 

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